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VIGATEC DUNE – F HDTV UPCONVERTER di Luca Veneziani Una premessa doverosa. Con il passare del tempo diventano sempre più rare le occasioni di mutuare il celebre quanto azzeccato ricorso al figurativo “quaderno a righe” entrato nell’immaginario collettivo come sinonimo di segnale video interlacciato. Il proliferare di Home Theater Personal Computer quanto di deinterlacciatori e scalers stand alone negli ultimi anni ha consentito anche al mercato più squisitamente “amatoriale” di approvvigionarsi di “upconverters” - dall’ottimo rapporto qualità/prezzo – che colmassero le lacune del segnale video di tipo interlacciato. Nel mercato mondiale dei produttori di scalers e deinterlacciatori sicuramente Faroudja non ha bisogno di presentazioni essendo all’unanimità riconosciuta quale la più blasonata e la più premiata azienda nel campo del processamento video; basti ricordare l’invenzione del “Film mode detection” (anche detto “3:2 pulldown detection”) nel 1989 che ha introdotto una rivoluzione epocale nel trattamento dell’immagine filmica ai fini del trasferimento in immagine video. Purtroppo la tecnologia Faroudja è stata a lungo privilegio di una ristretta “elite” degli appassionati videofili a causa dei costi proibitivi di tale implementazione in apparecchi proprietari commercializzati a prezzi da capogiro. Da un paio di anni, però, assistiamo ad una inversione di tendenza che ha consentito anche ad altre aziende di introdurre processori contenenti tale “innovativo” trattamento dell’immagine con il risultato di colmare sensibilmente il gap che le distanziava dalla Faroudja. Non paga dei propri successi, la Faroudja ha quindi continuato ad investire in ricerca e sviluppo fino alla nascita del chip Sage FLI2200 e della tecnologia DCDi (Directional Correlational Deinterlacing) ivi implementata. In questa sede non ci occuperemo di analizzare gli enormi vantaggi apportati dagli sviluppi della tecnologia Faroudja ed implementati nel chip FLI2200 ma, allo stato preme soltanto ricordare che le novità non riguardano soltanto la “cadence detection” ed il deinterlacciamento ma implementano ulteriori funzioni di processamento del segnale che hanno introdotto notevoli miglioramenti nella resa finale dell’immagine riprodotta. Il processore video VIGATEC Dune – F La possibilità di implementare la tecnologia Faroudja all’interno di processori “ingegnerizzati” dai più disparati produttori, ha contribuito al proliferare di deinterlacciatori dalle caratteristiche più eterogenee e dalle qualità complessive non sempre all’altezza delle aspettative. Una delle aziende che si pone al vertice della produzione mondiale di processori Video è sicuramente la tedesca Vigatec, da sempre attenta alla qualità ed alla innovazione. Il prodotto che ci apprestiamo ad esaminare rappresenta una evoluzione del predecessore omonimo sintetizzata nell’aggiunta della lettera F quale richiamo al marchio Faroudja e quindi al sistema di processamento del segnale implementato. A scanso di equivoci diciamo subito che il Dune-F è senza ombra di dubbio uno dei migliori apparecchi della propria categoria presenti sul mercato. Punto. Gi innumerevoli vantaggi offerti dal produttore tedesco si possono sintetizzare in qualità e flessibilità, doti queste difficilmente riscontrabili in apparecchi analoghi. Intendiamoci, il prezzo di listino di 6990 Euro + Iva al quale viene proposto non è certamente alla portata di tutti ma – a parere dello scrivente – assolutamente giustificato dalla qualità e dalla tecnologia implementate nel prodotto. Che cosa è e come è fatto. Il Dune-F è un processore video a tutto tondo. La Vigatec ha ingegnerizzato un apparecchio in grado di fungere contemporaneamente da Switcher, Deinterlacer, Enhancer, Scaler, upconverter di segnali progressivi ed Aspect Ratio converter, il tutto senza la minima rinuncia in termini di qualità. L’aspetto esterno frontale è particolarmente elegante: in un case dalle dimensioni rack dotato di display VFD di colore Blu, si notano il tastierino numerico ad otto tasti ed i sei tasti funzione tutti retroilluminati.
Il retro dell’apparecchio non è da meno quanto alla qualità delle dotazioni. Nell’ordine, partendo da sinistra, troviamo la presa RS232 utilizzabile sia per l’upgrade del firmware del processore che per il controllo remoto dello stesso nonché per il controllo combinato dell’eventuale unità aggiuntiva “Wave audio delay” (cfr. http://www.vigatec.de). Proseguendo incontriamo nella parte superiore i cinque connettori BNC per l’output RGBHV e nella parte inferiore il connettore DVI per l’output digitale e/o VGA tramite un semplice adattatore. Il segnale offerto in uscita è del tipo RGsB, RGBs TTL positivo o negativo ed RGBHV TTL positivo o negativo. Sarà interessante notare che le due uscite dell’apparecchio sono attive contemporaneamente, la qual cosa offre non pochi vantaggi; tramite menù, invece è possibile abilitare o disabilitare l’uscita DVI. Accanto al connettore DVI troviamo cinque connettori VGA disposti in due gruppi. Quello adiacente al connettore è composto da tre prese VGA - con 200 Mhz di banda passante - destinate ad accettare segnali progressivi o HDTV nei formati RGsB ed RGBHV quali 480p, 576p, 720p e 1080i, e due delle stesse in grado di digerire finanche il segnale YPrPb. Il secondo gruppo, formato da due prese SubD HD15 (VGA), in grado di accettare segnali RGsB, RGBs e YUV.
Subito sopra i due gruppi di connettori VGA troviamo i 4 ingressi Audio stereo non bilanciati (max +18dBU) e l’uscita stereo degli stessi. Tale dotazione di tipo analogico risulta di scarso interesse in applicazioni HT a parere del sottoscritto. Affianco agli ingressi audio troviamo 3 connettori BNC e, al di sotto, tre connettori Hosiden facilmente individuabili dal colore giallo canarino. I tre BNC posti superiormente garantiscono ognuno l’ingresso (n. 1, 2 e 3) del segnale composito nel formato PAL B, G, PAL M, PAL N, NTSC M, NTSC 4.43 Mhz, SECAM. L’apparecchio in prova è dotato di una scheda “Add In” opzionale che sostituisce i tre ingressi compositi suddetti con tre ingressi di tipo SDI SMPTE 259M, sfruttando gli stessi connettori BNC. L’operazione di upgrade, in pratica, consiste nell’installazione di una schedina aggiuntiva su uno zoccolo predisposto internamente sulla mother board del Dune e conseguente sostituzione tramite saldatura dei cavetti interni che trasportano il segnale composito con quelli che veicolano il segnale digitale. Ovviamente i tre connettori Hosiden (Mini Din) consentono l’ingresso del segnale Y/C (Separated Video) e sono contrassegnati dallo stesso numero identificativo degli ingressi compositi (1, 2 e 3) perché funzionano in alternativa a questi ultimi, con la conseguenza che non è possibile utilizzare contemporaneamente i due ingressi S-Video e Composito ma bisogna sceglier il tipo di segnale da veicolare tramite il menù INPUT. Proseguendo sulla destra troviamo la ventolina di raffreddamento, l’interruttore generale e la presa IEEC. Che cosa fa come switcher Iniziamo col dire che tutte le operazioni effettuabili tramite i tasti frontali dell’apparecchio sono riproducibili tramite il telecomando in dotazione, a dire il vero un po’ bruttino esteticamente ma molto funzionale. Il Dune inoltre, è dotato di un ottimo OnScreenDisplay che si attiva automaticamente alla pressione di un qualsiasi tasto del telecomando e rimane attivo per 10 secondi. Dall’analisi delle connessioni disponibili ed indipendentemente dal tipo di processamento del segnale effettuabile, salta subito agli occhi l’estrema flessibilità dell’apparecchio. La presenza di otto ingressi Video (tralascio volutamente quelli audio analogici) in grado di veicolare essenzialmente TUTTI i segnali video esistenti nonché la possibilità di uscire in RGBHV (su connettori BNC e VGA) e DVI anche contemporaneamente attivi, pone il Dune-F in una posizione di assoluto dominio nel parco commerciale dei processori disponibili. Inoltre, la semplicità e la immediatezza della selezione del segnale in ingresso ed uscita contribuiscono ad accrescere la facilità di utilizzo del prodotto. Che cosa fa come Deinterlacer. Abbiamo già accennato al chip di deinterlacciamento della Faroudja FLI2200 e alla tecnologia DCDi. Bene, il Dune-F è dotato sia del suddetto chip FLI2200 che del fratello minore FLI2220, dedito esclusivamente all’”enhancing” di quanto effettuato tramite il FLI2200. Per capire cosa offrono questi chip senza addentrarci nei processi di conversione del segnale filmico in segnale video e delle difficoltà di tale operazione, daremo per acquisiti i significati di “Video mode” e “Film mode” ricordando semplicemente due assunti:
Il chip FLI2200 può essere spalmato in 4 componenti principali che lo rendono unico: il riconoscimento Film Mode/Bad Edit, il processamento del Chroma ed il DCDi. Quanto al riconoscimento del Bad Edit, ricordiamo che nel processo di conversione dell’immagine Filmica vengono introdotti diversi “errori” che producono artefatti di ogni tipo. Uno dei più classici errori di tale fatta viene introdotto quando si combinano due campi video (fields) che derivano da due differenti frames di origine filmica (cfr. 3:2 pulldown). L’intuizione di Faroudja implementata nel Chip FLI2200 è stata quella di by-passare tale problema effettuando un continuo switching tra deinterlacciamento di tipo “film” e “video” come sopra specificati. E’ noto che l’interpolazione necessaria per fare combaciare due “fields” che non appartengono allo stesso “frame” è operazione comune a tutti i processori video ma quello che conta è la velocità con la quale si passa a “video”mode (60 fields, 30 frames) prima di generare artefatti e ritornare a “film mode” il prima possibile (24 frames). Beh, in questo campo Faroudja è imbattibile. Quanto al trattamento del Chroma (ovvero del canale colore), Faroudja implementa due importantissime funzioni: la prima è il famoso cross – color suppressor, utilissimo nel caso di segnali compositi, S-video o in caso di DVD derivanti da masters compositi (come molti DVD di animazione giapponese). Si tratta di una tecnologia sviluppata nell’ambito dei segnali video che trasportano insieme la luminanza e la crominanza e consiste nella soppressione di quelle informazioni di colore che, a seguito della separazione delle informazioni, hanno una “deriva” sul canale della luminanza e producono una sorta di arcobaleno lungo i contorni definiti degli oggetti visualizzati. La seconda interessantissima funzione garantita dal FLI2200 è la capacità di mascherare sensibilmente il famigerato “Chroma Upsampling Error” di cui soffrono moltissimi decoder Mpeg-2 dei recenti DVD player. Infine il DCDi: si tratta di un algoritmo di deinterlacciamento nel Video-mode capace di eliminare i contorni “seghettati” causati dalle operazioni di interpolazione. Per riassumere, il processo di trattamento del segnale Filmico, al fine di ridurre gli artefatti, deve obbligatoriamente switchare dal film-mode al video-mode. Se questa operazione non viene effettuata in maniera corretta si generano i Bad Edits di cui sopra; il processore tratterà questi BadEdits in video-mode causando una perdita di risoluzione che viene compensata dall’algoritmo motion adaptive e la comparsa di seghettature lungo i contorni (linee diagonali) degli oggetti visualizzati. Quest’ultimo aspetto viene appunto corretto dal DCDi che maschera la maggior parte dei difetti rendendo impossibile per l’utente distinguere il passaggio dal primo al secondo algoritmo di trattamento e viceversa. Nell’ambito delle “features” elencate il processore della Vigatec offre le seguenti caratteristiche:
In aggiunta alle modalità di controllo del chip FLI2200 troviamo la possibilità di operare sull’enhancing chip FLI2220 che processa ulteriormente il segnale deinterlacciato proveniente dal chip principale del quale è complementare. I settaggi disponibili sono:
6. Regolazione del dettaglio colore. Che cosa fa come Scaler in generale e come come Upconverter di segnali progressivi In abbinamento alle operazioni di deinterlacciamento ed enhancing operate attraverso i chips Faroudja il Dune-F opera lo scaling del materiale interlacciato introdotto attraverso gli ingressi da 1 a 5 e l’upscaling (o il pass through) del segnale progressivo introdotto attraverso gli ingressi da 6 ad 8. Tali ingressi “digeriscono” segnali progressivi YPrPb o RGB del tipo 480p, 720p e segnali 1080i. Ovviamente il segnale 480p in ingresso, potrà essere upscalato in uscita a tutte le risoluzioni e frame rates mentre per quello 720p l’upconverting è limitato all’XGA, 1080p, SXGA e D-ILA; il segnale 1080i, infine, sarà convertito a 1080p oppure XGA, SXGA e D-ILA attraverso l’eliminazione di alcuni pixels dalla parte superiore ed inferiore dell’immagine.
Il quadro delle risoluzioni del segnale video in uscita - selezionabili per ogni ingresso del Dune ed associabili ai diversi frame rates disponibili – è riassunto nel seguente schema:
Inutile soffermarsi sulle enormi possibilità di manipolazione del segnale in ingresso visto che il Dune-F copre virtualmente tutte le risoluzioni in uscita auspicabili. Basti pensare che la quadruplicazione con frame rates a 100 Hz richiede una frequenza di scansione pari a circa 125 Khz e solo pochissimi proiettori attualmente in commercio consentono di gestirla. Che cosa fa come Aspect Ratio Converter Uno degli aspetti maggiormente appetibili del DUNE-F è indubbiamente la capacità di “ridimensionare” sia le immagini anamorfiche dei DVD sia i segnali non anamorfici. Il firmware del Vigatec ha una serie di 8 posizioni di Aspect Ratio conversion prememorizzate e facilmente richiamabili da menu ed associabili ad ogni singolo input. Le conversioni disponibili sono le seguenti: Posizione n. 1 : nessuna conversione
Posizione n. 2: compressione inversa di segnale non anamorfico in rapporto 16:9
Posizione n. 3: compressione inversa di segnale non anamorfico in rapporto 2.35:1 (con eliminazione di alcuni pixels dalla parte superiore ed inferiore dell’immagine
Posizione n. 4: conversione 16:9 di materiale anamorfico
Posizione n. 5: conversione 2.35:1 di materiale anamorfico
Posizione n. 6: compressione inversa di materiale non anamorfico in rapporto 4:3
Posizione n. 7: Modalità plasma per schermi 16:9. L’immagine viene ingrandita in tutte le direzioni.
Posizione n. 8: Inscrizione di materiale 4:3 in schermi 16:9
Ovviamente non tutte le risoluzioni disponibili in uscita possono essere trattate attraverso gli 8 formati memorizzati. Solo le risoluzioni superiori o uguali alla XGA sono prive di restrizioni mentre i formati 6 e 7 richiedono un minimo di 1024 Pixels per linea e i formati 4 e 5 richiedono una risoluzione in uscita minima la triplicazione di linee. Il perché è presto spiegato: se ad esempio volessimo inscrivere una immagine 4:3 in uno schermo 16:9 ad una risoluzione di 720 x 576p (duplicazione) dovremmo ridurre la risoluzione dell’immagine 4:3 a circa 400 x 250 pixels, il che sarebbe inaccettabile. Nell’ambito della gestione degli aspect ratios è anche opportuno segnalare la capacità del Dune-F di gestire l’allineamento dell’immagine in ingresso ed uscita attraverso un menù appositamente dedicato. Sono infatti disponibili i controlli dello shift orizzontale e verticale, dello zoom orizzontale e verticale e delle dimensioni orizzontali e verticali dell’immagine in ingresso. La maggior parte di tali comandi tornerà utile soltanto ai possessori di schermi al plasma o display fissi con scarse possibilità di regolazione. Il DUNE-F alla prova dei fatti: impressioni e commenti “live”. Non nascondo che le premesse alla prova sul campo del nuovo processore Vigatec deponevano assolutamente a vantaggio dello stesso ma spesso capita che le grandi aspettative riservino cocenti delusioni. Così non è stato per il Dune-F visto che ha superato ampiamente la prova “bulbo oculare” e si è piazzato agevolmente al vertice della mia personalissima gerarchia di processori video fino ad oggi visti all’opera. Ho inserito il Vigatec Dune-F in un sistema composto da:
Ho quindi collegato all’uscita RGBHV sui 5 connettori BNC del processore il CRT Barco Cine 7 tramite cavo Belden 7712A e all’uscita DVI un plasma Panasonic dotato di ingresso DVI. E’ stato utilizzato diverso software sia di origine video che di origine filmica, sia anamorfico che non anamorfico. Ogni DVD utilizzato è stato scelto per lo scopo bene preciso di dimostrare le peculiarità del processore enunciate: MI2 per il panning, Biancaneve per la conversione degli aspect ratios, Toy Story 2 per il chroma upsampling, Il Destino di un Cavaliere SB per il cross color ed il DCDi, Moulin Rouge per l’enhancement del FLI2220 e tanti altri. Vi anticipo che la visione non ha tradito le aspettative. L’utilizzo del processore è assolutamente semplice ed intuitivo e, ove così non dovesse sembrare, l’ottimo OSD viene sempre in aiuto. Una volta upgradato il firmware con il file versione 020904 (del 4 settembre 2002) tramite la porta RS232 ed il noto programma Hyperterminal ho proceduto ad effettuare le prime prove in S-Video non avendo disponibilità della connessione composita a seguito dell’installazione del modulo SDI. La prima impressione è stata buona sebbene abbia qualche atavica riserva legata ad ogni tipo di segnale video che non trasporti componenti separate. Come prevedibile la soppressione cross-color effettuata dal chip FLI2200 effettivamente riduce sensibilmente la presenza di striature oblique sullo sfondo di oggetti a tinta unita ma non ne elimina completamente la presenza. La sensazione generale è quella di una immagine leggermente ovattata, quasi compressa in un contesto che le sta stretto. Ho quindi provato subito gli ingressi RGB alimentati da DVD e da materiale satellitare. I risultati più strabilianti in termini di miglioramento assoluto rispetto a quanto fino ad oggi mi era capitato di vedere avviene al momento del collegamento del ricevitore eMtech. Seleziono il formato n.8 al fine di inscrivere l’immagine 4:3 del ricevitore nel mio schermo 16:9 106” di diagonale e regolo la risoluzione di uscita in XGA. Per precauzione controllo il formato del segnale in ingresso ed in uscita: il primo è correttamente impostato su RGBS mentre il secondo è su RGBHV ma i sincronismi separati vengono dati di default con polarità positiva. Procedo quindi a selezionare quella negativa come richiesto dal mio Cine 7 sebbene lo stesso riesca ad agganciare anche tale polarità, commuto il canale di ingresso al numero 5 del telecomando et voilà: mai visto una immagine satellitare - con tutti i limiti di tale compressione del segnale - riprodotta così fedelmente su uno schermo così grande. Pochissime sbavature nei contorni, assenza di pixellizzazioni e scie, contrasti nitidi e, finalmente, colori fedeli. Soddisfattissimo di quanto visto decido di passare alle armi pesanti e commuto l’ingresso al numero 4 per vedere come se la cava il DUNE in RGB con il DVD player regolando la risoluzione in uscita alla duplicazione con 100Hz di frame rate. Consapevole del Chroma upsampling error cui è affetto il decoder Mpeg-2 del mio Sony, vado subito a verificare con il fermo immagine di Toy Story e, magia delle magie, sembra tutto scomparso. Intendiamoci, non che il difetto in sé sia un problema macroscopico, alcuni utenti neanche riescono ad individuarlo ma c’è e - con l’esperienza - si vede. Come San Tommaso provo con altri titoli e decido allora di attivare e disattivare “a caldo” il circuito 3D e il Film mode detection; subito mi rendo conto che effettivamente la differenza è abissale e mi riprometto di non toccare più tale opzione. Anzi, aumento leggermente la soglia di intervento e ottengo subito il vantaggio di una immagine più fluida e più naturale, sebbene meno definita. I colori sono così come devono essere, né troppo saturi né slavati. Cerco di riscontrare difetti nell’immagine ma mi accorgo che sono dovuti principalmente a problemi di convergenza dovuti alla deriva indotta dal lift che circonda il CRT. Una breve messa a punto e decido di fare la prova del nove con l’SDI. Appare evidente che la scelta di dotare l’unità di una scheda di input SDI giova al trattamento del segnale che subisce solamente una conversione Digitale Analogica anziché due fino al visualizzatore. Collego il tutto e seleziono l’ingresso SDI n.1. Non ci sono mezzi termini, è la prima volta che una immagine proveniente da un lettore DVD stand alone si avvicina “incredibilmente” a quella di un HTPC, sovrapponendosi in termini di fedeltà cromatica e dettaglio. I contorni sono sottilissimi e privi di seghettature (bravo il FLI2220) i panning lenti e quelli rapidi fanno scattare il film-mode o il video-mode con una velocità impercettibile e riducono sensibilmente gli artefatti (anche l’SDI contribuisce in questo). Metto su Moulin Rouge e rimango sbalordito dai colori e dalla precisione del chip di deinterlacciamento ma le labbra di Nicole Kidman mi lasciano dubbioso, non sono “luminose, definite e brillanti” come mi sembra di ricordarle. Inizio quindi a nutrire sospetti circa la soluzione del “mouth – eaten” issue o “Red-issue” che si vociferava affliggesse il FLI2220. Scorro un po’ i settaggi del Dune e scopro che il Chroma Sharpness viene sovraesposto di default; lo porto a 0 ed il problema scompare, il rosso torna ad avere contorni definiti e colori brillanti. Sono soddisfatto. Faroudja non aveva risolto il problema perché sosteneva si presentasse soltanto in materiale di animazione ma si sbagliavano. Insomma il collegamento SDI è STREPITOSO, l’unico HTPC-like che mi è mai capitato di vedere. Glisso volutamente sulle operazioni di controllo circa il pass through visto che con 200Mhz di banda passante non ci sono stati (e non ci potevano essere) problemi di alcun tipo e di visualizzazione su Plasma, visto che è un peccato comprare questo processore per sfruttarne 1/10 della potenza utilizzandolo con il plasma; devo peraltro aggiungere che le risoluzioni reimpostate sono estremamente comode e l’uscita DVI molto performante sebbene continui a preferire il caro vecchio collegamento RGBHV con il CRT. Conclusioni Beh, 6990 Euro + Iva per un unico componente della (numerosa) catena video sono senz’altro tanti ma dobbiamo abituarci a relativizzare ciò che valutiamo nel contesto in cui ci muoviamo. La qualità si paga e un processore di tale caratura fino a poco tempo fa costava non meno di 30.000 $. Oggi le cose sono cambiate e continueranno ad evolvere sia per quanto attiene alla qualità che per quanto riguarda il contenimento dei costi aziendali a tutto vantaggio del rapporto presso/prestazione in capo all’utente finale. In definitiva:
…allora DOVETE procurarvi un Vigatec DUNE –F. Luca Veneziani |